Esami sui campioni di suini, il Tribunale: stop al pagamento. Azienda vince, in prima battuta il braccio di ferro con l’Istituto Zooprofilattico

Stop al pagamento delle tariffe per gli esami per la ricerca delle “larve della trichinella”: il giudice dà ragione, in prima battuta ad un’azienda che contesta la richiesta dell’Istituto Zooprofilattico siciliano. Il braccio di ferro, finito in Tribunale,riguarda le tariffe degli esami, obbligatoriamente eseguiti su campioni di suini. A opporsi alla richiesta di pagamento avanzata dall’Istituto era stata la CMB s.r.l., società che gestisce il mattatoio sito nel Comune di Corleone, assistita dall’Avv. Carmelo La Fauci Belponer. Alla riferita società l’Istituto aveva chiesto circa 81.000,00 euro, a fronte degli esami eseguiti negli anni. Richiesta, quest’ultima, che l’Istituto sta avanzando nei confronti di tutti gli stabilimenti di macellazione siciliani dopo che per anni gli esami sono stati eseguiti gratuitamente e dopo che è stata paventata l’ipotesi di danno erariale. Secondo la difesa della CMB s.r.l. però il pagamento non è dovuto in quanto le aziende pagano già delle tariffe, stabilite con decreto legislativo alle A.S.P. che, a loro volta, versano il 3,5% all’Istituto “a copertura dei costi previsti per le analisi di laboratorio obbligatorie“. Fra queste rientrano anche quelle per la ricerca della trichinella. Per l’Avvocatura dello Stato, che ha rappresentato l’Istituto, invece, “l’esame trichinoscopico, qualora effettuato presso laboratori esterni all’impianto di macellazione, è a carico dell’operatore“. Sulla vicenda si è pronunciato ora il Tribunale di Palermo, V sezione civile, che con un’ordinanza del Giudice Giulia Maisano, ha sospeso, in via cautelare, l’efficacia esecutiva dell’ingiunzione di pagamento. Il Tribunale dovrà adesso decidere nel merito della controversia. “C’è un regolamento dell’Unione Europea – spiega Santo Naselli, direttore del Dipartimento amministrativo dell’Istituto Zooprofilattico – ed una normativa nazionale che lo recepisce, norme che impongono il pagamento a carico del mattatoio. In forza di queste disposizioni, accompagnate da una direttiva del Ministero che fissa le linee guida, abbiamo applicato le tariffe. Molti hanno già pagato, in tre o quattro si sono opposti. Il caso nasce perché finora non c’è mai stata chiarezza sull’applicazione delle norme, si tratta di esami eseguiti dal 2006 in poi. Adesso attendiamo il giudizio di merito”.

[Articolo tratto dal Giornale di Sicilia del 23.12.2016 di Stefania Giuffré]

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